Non tutte le avventure iniziano con cieli azzurri e panorami perfetti. A volte, è nelle giornate grigie e inaspettate che la vera bellezza si rivela. Questa è la mia storia, una giornata al Lago di Barcis, dove, nonostante condizioni poco promettenti e una piccola sfida personale, ho saputo trovare magia e ispirazione lungo un sentiero semplice ma incredibilmente affascinante.
Questa storia è stata tratta da un mio video che puoi vedere interamente qui:
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Un inizio diverso dal solito
La giornata è iniziata con un cielo coperto, una distesa uniforme di nuvole grigie che sembravano non voler cedere neanche un piccolo spiraglio di luce. “Le condizioni non sono delle migliori”, ho pensato. Ma se c’è una cosa che la fotografia mi ha insegnato è che le giornate più inaspettate spesso nascondono momenti unici.
Con la fotocamera nello zaino, il treppiede a spalla e una buona dose di pazienza, ho deciso di intraprendere una semplice escursione lungo il lago. Stavolta, però, con un ritmo diverso: un ginocchio dolorante mi ha costretto a rallentare. “Meglio così,” mi sono detto. Ho trasformato questa difficoltà in un’opportunità per osservare ogni dettaglio, ogni angolo nascosto, con calma e consapevolezza.
Il fascino del lago svuotato
Quando sono arrivato al Lago di Barcis, mi sono trovato davanti uno spettacolo insolito. Il lago era vuoto a causa di lavori di manutenzione. La prima reazione? Sorpresa. Poi, ho iniziato a guardare meglio.
Il fondo del lago si mostrava in tutta la sua forma naturale, un paesaggio nascosto che raramente si ha l’occasione di vedere. Crepe nel terreno, forme sinuose e una palette di colori insolita: il grigio della terra asciutta si mescolava con il verde cupo delle montagne circostanti. Ho capito subito che questo non era un limite, ma un'opportunità. Ho iniziato a cercare prospettive nuove:
Linee naturali che guidavano l’occhio verso le montagne.
Stratificazioni di luce e ombra che creavano profondità e dinamismo.
Riflessi inattesi nelle pozze d’acqua rimaste qua e là.
La fotografia è anche questo: saper cogliere ciò che è inaspettato e trasformarlo in bellezza.
Il momento perfetto: quando la luce bussa alla porta
Il tempo passa veloce quando ti lasci trasportare dall’osservazione. Verso sera, il tramonto si è avvicinato silenziosamente, tingendo il cielo di sfumature tenui tra il rosa e l'arancione. L'aria si era fatta più fredda, mentre il silenzio del lago, rotto solo da qualche fruscio lontano, rendeva l'atmosfera quasi sospesa. Era come se il paesaggio stesse trattenendo il respiro, in attesa di quel raggio di luce finale. La foschia non si era dissolta, eppure, in un attimo, il sole è riuscito a filtrare attraverso le nuvole. I versanti delle montagne si sono accesi di una luce calda e radente, creando un contrasto spettacolare tra le cime illuminate e le ombre sottostanti.
“È il momento giusto,” ho pensato. Ho montato il treppiede, stretto l’inquadratura con lo zoom e isolato quel piccolo pezzo di scena: un raggio di luce che accarezzava la montagna.
La foschia, che inizialmente sembrava un ostacolo, si è rivelata un elemento fondamentale della composizione. Ha aggiunto atmosfera, profondità e un tocco di mistero alla scena.
La fotografia è tecnica, sì, ma è soprattutto adattamento. È saper vedere e valorizzare anche ciò che a prima vista appare come un limite.
Piccole sfide e grandi lezioni
Non è stata una giornata facile. Ogni uscita fotografica porta con sé le sue piccole sfide: sono queste difficoltà a spingere un fotografo a crescere, a osservare con maggiore attenzione e ad apprezzare anche i dettagli più semplici. Ogni sfida, grande o piccola, insegna a vedere la bellezza in modi nuovi e inaspettati.
Il ginocchio dolorante che mi ha imposto ritmi lenti.
Il freddo pungente che si è fatto sentire quando il sole è scomparso.
E quel piccolo rimpianto di aver abbandonato un punto giusto un attimo prima che si accendesse una luce spettacolare.
Ma la verità è che ogni sfida insegna qualcosa. Non importa se non hai catturato lo scatto perfetto. Ciò che conta è aver vissuto quell’istante, averlo osservato e apprezzato con uno sguardo diverso.
Una passeggiata per l’anima
Alla fine della giornata, mentre rientravo, ho guardato indietro con soddisfazione. Non avevo immagini da copertina, non avevo catturato quei tramonti “facili” che tutti amano. Ma avevo immortalato qualcosa di più autentico: un paesaggio vero, imperfetto, ma unico.
La fotografia non è solo il risultato finale. È un viaggio fatto di sguardi, di attese e di piccole scoperte. Come quando, camminando lungo il fondo asciutto del lago di Barcis, mi sono fermato a osservare le forme delle crepe nel terreno, quasi fossero vene di un paesaggio vivente. In quel momento, ho capito che ogni angolo, anche il più semplice o inaspettato, ha una storia da raccontare: basta sapersi fermare, osservare e ascoltare.
"A volte, la fotografia è più di una foto. È un modo per fermarsi, respirare e trovare la bellezza dove non ce l’aspettiamo."
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Ritengo che tu sia una persona molto coerente e quello che fai ti piace veramente tanto. Ottieni delle bellissime immagini oltre a esprimere emozioni che, nonostante le persone non hanno vissuto l'attimo, fanno immaginare le tue sensazioni e godere del risultato.
Inoltre ti esprimi in modo molto semplice e chiaro che invogliano a fare come me, acquistare dei corsi e gustarseli con calma vista l'inesperienza soprattutto nel post produzione con Da Vinci Resolve.
Molte grazie di tutto e nel frangente Auguri.
Le cose inaspettate sono sempre le più belle! Certo, bisogna un po' "cercarsele" per trovarle.