Non si può fare fotografia davanti ad un computer
Ho impiegato un po' di tempo prima di decidere di scrivere questa newsletter sull'argomento che ho scelto. Tuttavia, ritengo sia importante farlo perché si tratta di un aspetto a cui tengo molto.
Se mi conosci un po', saprai già che ne ho parlato in molti video e che combatto contro la "pigrizia". Spesso dico che "bisogna muovere le chiappe dal divano" se si vuole fare progressi e migliorare nella fotografia.
Molte persone spendono migliaia di euro in attrezzature per poi scattare foto di fiori in giardino o del gatto sul divano. Con tutto il rispetto per chi pratica questo tipo di fotografia, credo si capisca cosa voglio dire.
Ma sai perché insisto così tanto su questo argomento? Perché anch'io sono cintura nera di pigrizia.
Molte volte ho pianificato uscite ed escursioni fotografiche, ma fino a quando non sono salito in auto e non sono arrivato sul posto, ho sempre avuto la tentazione di mollare tutto e procrastinare.
Se questa è la prima volta che leggi questa mia newsletter allora forse ti sei perso gli episodi precedenti, trovi l’archivio completo cliccando qui.
L’IMPORTANZA DI ESSERE LA
Perché è importante decidere di agire invece di rimanere nella nostra zona di comfort? Non solo perché così possiamo fare fotografia, ma anche perché altrimenti si rischia di perdere la capacità di percepire la realtà per quello che è, invece di come la immaginiamo.
Spesso mi immagino di andare in un posto e fare "cose", ma poi mi rendo conto che le condizioni atmosferiche, la situazione luminosa e persino il mio stato d'animo influenzano in modo incredibile ciò che riesco a creare. Sia in positivo che in negativo.
È successo così durante la mia uscita al Fontanone di Goriuda, un posto che mi ha sorpreso e mi ha permesso di ottenere immagini piacevoli, nonostante molti fotografi lo snobbino.
Questa esperienza mi ha fatto capire l'importanza di non fidarci dell’immaginazione, ma di dover essere la… sul posto… per capire realmente come stanno le cose.
Il Fontanone di Goriuda è un luogo incantevole e suggestivo, immerso nella natura incontaminata della Carnia, in Friuli-Venezia Giulia.
La sua posizione panoramica offre una vista mozzafiato sui monti circostanti, con prati verdi che si estendono all'orizzonte e il fiume Goriuda che scorre dolcemente ai suoi piedi.
La cascata che alimenta la fontana è il fulcro della location, con la sua acqua cristallina che si combina con il paesaggio circostante creando giochi di luce e ombra.
Il suono rilassante dell'acqua che scorre e il canto degli uccelli completano l'atmosfera di pace e serenità che si respira in questo luogo incantato.
L’ERRORE DI IMMAGINARE DI ESSERE LA
Ho formulato questo pensiero dopo aver ricevuto alcuni commenti sotto i miei video sui Laghi di Fusine e il Predil, con finale al Fontantone di Goriuda, che ti ho segnalato prima.
Tra i vari commenti, ho scelto due di essi a titolo di esempio, senza alcuna intenzione di criticare il punto di vista degli autori. Il primo:
Il commento, seppur semplice, è molto significativo e mette in luce la facilità con cui si può "credere" e "pensare" di vivere un'esperienza in un certo modo, quando invece la realtà potrebbe essere molto diversa.
Ho trovato un commento molto simile a questo sotto il mio video sui Laghi di Fusine:
Entrambi i commenti hanno un punto in comune: immaginano il posto, si immaginano di esserci, si immaginano delle situazioni che sono solo "immaginazioni". Addirittura nel secondo si arriva a “fare fotografia” guadando un video, immaginando di essere nelle POV (Point Of View) della videocamera.
Ma c’ero io la. Io ho sperimentato di persona le condizioni del luogo, cosa esprimeva quel posto in quel momento, sulla base del mio stato d’animo e percezione del momento.
Non so se sia corretto o giusto fare questo tipo di valutazioni seduti di fronte al computer, ma mi sto convincendo rapidamente che stare troppo tempo davanti ad uno schermo invece di uscire a fotografare non faccia bene.
Non fa bene alla nostra fotografia e, probabilmente, quando andremo in un posto specifico a scattare "ciò che immaginiamo di trovare o “fare, alla fine rischieremo anche di rimanere delusi e c’è anche il rischio di perdere interesse per la fotografia stessa.
Non so cosa ne pensi tu, mi piacerebbe sentire un tuo punto vista (puoi commentare questo articolo dal web).