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Recentemente ho affrontato due uscite fotografiche in tre location differenti, un'esperienza che si è rivelata tanto impegnativa quanto istruttiva.
Devo essere onesto: l'entusiasmo iniziale era sotto i piedi. Le fredde giornate invernali, la luce che svanisce troppo presto e la comodità del mio studio sembravano più allettanti di una scarpinata al freddo. Ma se c'è una cosa che la fotografia mi ha insegnato, è che l'inaspettato spesso porta le migliori sorprese. Così ho deciso di uscire, senza grandi aspettative, ma con la speranza di trovare almeno uno scatto che valesse la pena.
Alla fine, queste uscite mi hanno ricordato quanto sia importante non arrendersi di fronte alle difficoltà e imparare a sfruttare ogni occasione, anche quando le condizioni non sono quelle ideali.
Questa storia è stata tratta da un mio video che puoi vedere interamente qui:
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La ricerca della luce perfetta
Il primo spot che avevo scelto era una piccola chiesetta incorniciata da una montagna, che al tramonto si colora di una luce dorata. Il mio obiettivo era catturare quell'attimo esatto in cui il sole bacia la facciata della chiesa, creando un contrasto affascinante tra luci e ombre.
Ho provato diverse angolazioni, mi sono abbassato per includere il primo piano del prato e ho sfruttato la conformazione del terreno per ottenere una composizione più dinamica. Mi sono reso conto che la luce cambiava rapidamente e che ogni minuto contava. Ho provato a scattare con diverse esposizioni per evitare di perdere dettagli nelle ombre e nelle alte luci, cercando di ottenere il miglior equilibrio possibile.
Ma il sole sembrava avere altri piani. È tramontato velocemente e il risultato non mi ha convinto. Mi sono chiesto se la sessione fosse stata un fallimento. La risposta:
Chiaramente no! Ogni tentativo, anche se non perfetto, è un passo avanti nella crescita fotografica. Ogni errore mi ha aiutato a comprendere meglio la luce e il modo in cui essa interagisce con il paesaggio, una lezione preziosa per le future uscite.
Una nuova location
Determinato a non arrendermi, un paio di giorni dopo ho ho coinvolto il mio amico Flavio in una nuova uscita. Il meteo sembrava promettente: cielo nuvoloso, perfetto per un'atmosfera drammatica nelle immagini. Nel video la definisco “una bella giornata nuvolosa”
Peccato che, all'arrivo, il cielo fosse completamente sgombro, lasciandoci con una luce dura e poco interessante. Era una situazione difficile, ma ho deciso di affrontarla con spirito positivo. Ho iniziato a esplorare il paesaggio, cercando elementi di interesse che potessero creare una composizione interessante nonostante la luce poco favorevole.
Abbiamo deciso comunque di sfruttare la situazione. Ho provato a catturare il movimento dell'acqua con un'esposizione lunga, ma il ponte moderno in acciaio rovinava l'armonia della scena. Ho sperimentato con un filtro neutro per ammorbidire l'effetto dell'acqua e trovare un'inquadratura che funzionasse meglio. Tuttavia, anche questa seconda sessione non mi ha lasciato completamente soddisfatto. Ma ho capito che la fotografia è fatta anche di perseveranza e sperimentazione: ogni scatto, anche imperfetto, porta con sé un insegnamento.
Il lago al tramonto
Con ancora un po' di tempo a disposizione, abbiamo deciso di tentare la fortuna in una terza location: un lago.
Ma è corretto chiamarla “fortuna”? La scelta consapevole e determinata di agire in un certo modo per metterci nelle condizioni di poter ottenere qualcosa io preferisco chiamarla “opportunità”, ma di questo magari ne parliamo in un altra newsletter.
Appena arrivati al lago, la scena che si è presentata davanti a noi era molto interessante: l'acqua immobile rifletteva il cielo, mentre il sole scendeva lentamente all'orizzonte, colorando tutto con sfumature spettacolari. Sembrava il set perfetto per un paesaggio da sogno, ma ancora non bastava.
Abbiamo iniziato il giro attorno al lago e la prima scelta che ho fatto è stata utilizzare un filtro graduato per bilanciare l'esposizione tra il cielo e il terreno e un polarizzatore per enfatizzare i riflessi sull'acqua. Abbiamo atteso pazientemente l'ora blu, il momento magico in cui la luce assume tonalità fredde e avvolgenti, ma con il calore del sole ancora presente sull’orizzonte. Ho studiato le linee della composizione, provato diverse inquadrature e, finalmente, ho sentito che qualcosa stava funzionando.
Era una di quelle occasioni in cui senti che tutti gli sforzi sono valsi la pena. Ho continuato a scattare fino a che la luce non è svanita del tutto, cercando di catturare ogni possibile sfumatura.
Lezione imparata: mai arrendersi
Questa esperienza mi ha ricordato una lezione fondamentale: la fotografia richiede pazienza, perseveranza e la determinazione per metterci nelle condizioni di avere delle opportunità. Anche quando tutto sembra andare storto, basta un solo scatto riuscito per dare un senso all'intera giornata.
E, soprattutto, bisogna uscire e scattare, anche quando la voglia scarseggia. La creatività non nasce dall'attesa, ma dall'azione. Ogni tentativo, ogni errore e ogni piccola frustrazione fanno parte del percorso per diventare fotografi migliori. Bisogna accettare che non sempre si tornerà a casa con la foto perfetta, ma ogni uscita sarà comunque un passo in avanti.
La tua esperienza
E tu? Ti è mai capitato di affrontare una giornata fotografica piena di imprevisti? Preferisci aspettare le condizioni perfette o ti metti comunque alla prova? Raccontamelo nei commenti!
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