2 Commenti

Sono completamente d'accordo con tutto... in tutto e per tutto. E' proprio così anche a me spesso capita di "pianificare" (meglio dire andare in un posto a are foto), certo controlli il meteo fai delle verifiche, controlli le distanze, ma poi quando sei sul posto non è mai come te lo sei immaginato o ti immaginavi che fosse e questo ritengo sia il bello. Mi è capitato di andare a fotografare nel bosco proprio sulle dolomiti e tornare a casa solo con un bellissimo ricordo dell'incontro a pochi metri con un daino... ci siamo guardati per forse un lunghissimo minuto e poi lui è andato ... mi emoziona ancora solo ricordarlo. Quanto alle scelte sulle attrezzature fotografiche be ognuno fa le sue sono le foto che poi parlano... uno può avere tutte le più recenti tecnologie e ottiche ma se non ha la sensibilità rimane solo il possessore di oggetti tecnologicamente avanzati... altrimenti non adoreremmo ancor oggi le foto del passato di un certo Cartier Bresson con quella che oggi si considererebbe una macchinetta. Complimenti e grazie per aver condiviso quanto hai scritto.

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Ciao Alessio, questo post, come il precedente, hanno quell’impronta introspettiva che meritano di essere contemplati.. quasi una seduta “psicanalitica” dal fotografo professionista.. che in qualche modo ti offre nuovi punti e spunti di osservazione.. la mia umilissima esperienza da semi neofita mi porta a non programmare mai nulla .. se non la meta. Poi li avviene la magia.. evito di guardare le foto di altri, se non qualcuna giusto per valutare la location, anche per non rimanerne condizionato influenzato.. poi scatto riprendo quello che mi attrae sul posto magari in punti dove hanno già osato in molti o magari dove poi scopro nessuno ha azzardato.. rimane comunque un esperienza che ho vissuto..

Ciao grazie per questo approccio “diverso” che apporti e condividi.

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